viaggio infinito

27 settembre, 2005

Ad ogni passo
Fuori è prima il tallone
Ma dentro è prima la punta

Ad ogni suono
Fuori c’è rumore
Ma dentro vibrazioni e colori
….
si capovolge tutto
in un movimento continuo

Ho sentito la paura della caduta
Ho sentito la caduta
E poi sono caduta
E poi di nuovo
E poi
E


Guardo i vostri visi
Guardo il vostro odore
Guardo la vostra pelle
Guardo il vostro tocco
… non c’è più nome né storia



APRO GLI OCCHI
PER UN ATTIMO
Per un attimo si è fermato l’ingranaggio


13 settembre, 2005

LA GOCCIA


Le parole erano le stesse di tutte le altre volte, le previsioni, le cure
Le ho ascoltate colpirmi di nuovo
Le ho sentite arrivare ancor prima che arrivassero le parole
Le lacrime erano già corse lì, pronte per uscire
... le ho lasciate andare

Sento che ogni goccia di lacrima esce piena, portando via con sè qualcosa
La prima è pesante come il piombo
L'ultima sembra più leggera... ma è sempre piena

Mi accorgo che tutto attorno a me si muove " goccia a goccia ".
E' come una fontana che rallenta la discesa dell'acqua
Ognuna colpisce e si infrange
... poi ci si dimentica
Ma arriva la seconda, colpisce ancora lì
... poi ci si dimentica anche di lei
Ma continuano ad arrivare le altre
e non puoi più far finta che non ci siano
Colpiscono sempre più dentro,
ti scolpiscono un cratere


Il dolore arriva una goccia alla volta

La stessa malattia avanza una goccia alla volta

E sento che basta una goccia per farmi vacillare

UN' ONDATA MI PORTEREBBE VIA

08 settembre, 2005

C'E' UN GIARDINO SOTTO AL TUO BALCONE



C’è un giardino sotto al tuo balcone

I bambini corrono, si picchiano, si abbracciano, si guardano, si parlano…..
... con la stessa intensità... una cosa non è più giusta o sbagliata di un'altra... un'azione non è più importante o meno di un'altra...


"Non ci sono distanze
... nel loro mondo,
dove il sole è una palla di fuoco
il mare è una distesa colorata di blu verde o mettici il colore che vuoi
dove il cielo non è cielo ma un azzurro infinito
o solo qualcosa dove far volare il loro aquilone
dove un bastone è anche una spada
dove il pianto è una lacrima e anche goccia di rugiada
dove la nuvola è un animale o solo nuvola e impesta l’aria di odore di acqua
Dove il prato è un insieme di tanti fili verdi
e i fiori sono colori

Dove in ogni cosa puoi trovare tutto”


C’è un giardino sotto al tuo balcone
Hai passato gli ultimi anni fermo lì,
non potevi andare altrove
non potevi guardare altrove…

Ma forse era proprio lì che dovevi stare!

Lo scontro



“Vai…ma… fai attenzione
Fai… ma attenta… ti potresti far male
Ridi… ma la vita è fatta di ben altre cose
Condividi…ma non fidarti troppo”

Ogni giorno, sulla porta di casa, pronta per uscire da un mondo per tuffarmi in un altro, mi ritrovavo con un piede dentro ed uno fuori e bastava una frase di mia madre per tenermi ferma lì, esitante…
Ritornavo allora sotto la mia bella campana di vetro, coccolata e protetta, convinta che la vita reale fosse tutta lì e fantasticando invece sulla vita che avrei voluto fare...

Poi un giorno sono stata portata sul ciglio di quella porta… e mi è stato mostrato un mondo che poteva e doveva essere vissuto, cercato e sperimentato.

“Lo SCONTRO era inevitabile! Una parte di me si scontrava con un’altra, più conosciuta solo perché in qualche modo fino a quel momento predominante”. Una parte voleva tuffarsi e un’altra restare aggrappata alla porta.

Ancora oggi lo scontro è continuo e mi accorgo che una parte prevale sull’altra in modo automatico e la parte che predomina non ricorda l’esistenza dell’altra. L’esterno continua incessantemente a colpire e muovere e mi ritrovo in un punto senza sapere come ho fatto. “Non è lì che volevo andare” eppure qualcosa mi ha portato lì.

05 settembre, 2005

L' ASCOLTO

chi mi chiama?


“Hekate!” Qualcuno mi sta chiamando. Apro gli occhi. E’ notte. Non c’è nessuno. Richiudo gli occhi. Di nuovo: “Hekate!”.
Riconosco questa voce. Non mi è nuova. L’ho già sentita.
Faccio il giro della casa, sale la paura. Non c’è proprio nessuno. Da dove arriva la voce? Ritorno nel letto. Chiudo gli occhi.
“Hekate”. Di nuovo.

Cercavo fuori…

Ma la voce arrivava da dentro.

01 settembre, 2005

Un frammento di una giornata qualsiasi

“Mi alzo, caffè, sigaretta, mi preparo e via di corsa; con passo veloce percorro la strada; in totale dieci minuti per arrivare sul posto di lavoro". Non è successo nulla.

MA E' VERO CHE NON E' SUCCESSO PROPRIO NULLA?


"Mi alzo e resto qualche istante a sentire il risveglio di ogni centimetro delle mie articolazioni e ascolto il mio respiro. E poi mi alzo, caffè, mi preparo e poi parto per recarmi al lavoro:
c’è la solita signora che osserva dalla finestra e mi saluta “ciao signora” e il rumore assordante del motore di una moto mi spacca quasi un timpano “ahi” la mia mano copre l’orecchio destro per ripararlo; e mentre puntuale arriva l’uomo che porta in giro il suo bel cagnolino che sembra più un ammasso di pelo mi accorgo che una parte di me sta salutando la montagna “ciao montagna, ti sei mossa lì in mezzo; ci sono le nuvole, hai visto?”. So esattamente dove si appoggiano i miei piedi, ogni gradino ha la la sua sfumatura di grigio, gli alberi e i fiori sono di un colore acceso e sono sicura di non averli mai guardati. Strano… sono sicura però di averli già visti. E c’è profumo di acqua, lo stesso odore che sentivo da bambina… l’odore del cielo pieno di nuvole… Passo davanti ad una casa e sento un tonfo dentro, mi gira la testa, sto per cadere, è la casa dove abitavano gli zii, ero bambina quando correvo da una stanza all’altra (salta sul letto, scendi, corri in bagno, torna in salotto, salta sul divano, vai in cucina…che strano, la sensazione è quella di scappare da qualcosa).
Cammino guardo il lago, c’è un anziano del paese che butta tozzi di pane ai cigni (sono nati i piccoli, sono tre e sono grigi), è arrivato anche il vento e mi spinge in avanti, saluto di nuovo la montagna e le auguro una buona giornata. La piazza del paese è già animata da chi assonnato gira e rigira il cucchiaino nella tazza del caffè (ma quanto zucchero ci ha messo?) e chi è già occupato in chiacchiere su chissà chi e chissà cosa…. Ciao, ciao, ciao, ciao (pantaloni neri, camicia verde scuro, occhiali, capelli raccolti, trucco, barba incolta, cappello, scarpe da tennis,) ciao ciao ciao (abbassa lo sguardo, ti guarda negli occhi, sorride, cammina storto, pende da una parte, ha un cane al guinzaglio, parla dei figli, tiene le mani in tasca…) ciao ciao ciao (passano 2 passerotti, diverse auto, un furgone bianco, un bambino spinge un triciclo puntando i piedi a terra).".

Sono arrivata al lavoro. Mi fermo!! Guardo l’ora.
SONO PASSATI IN TOTALE SEMPRE DIECI MINUTI.